SALAMONE E LA REGINA DI SABA

PREMESSA

Ci viene insegnato che la Regina di Saba venne da lontano per conoscere la saggezza di Salomone e che rimase tre anni a Gerusalemme e che dalla loro unione avrebbe avuto origine la dinastia che per quasi tre millenni ha regnato in Etiopia. Si deve quindi vedere quali erano i reali motivi della Regina di Saba per affrontare un lungo viaggio e restare lontana dal proprio regno per ben tre anni; la frase cerimoniosa “voler conoscere la saggezza” era ovviamente una forma di cortesia.

La Regina di Saba si appellava alla “saggezza di Salomone” per convincerlo a salvaguardare il commercio carovaniero sulla penisola arabica, lungo le coste del Mar Rosso. Infatti, gli accordi di Salomone con Hiram di Tiro per spedizioni marittime dal Golfo di Eilat le coste dell’Africa e, forse, fino all’India costituivano un serio pericolo per il tradizionale commercio carovaniero, di vitale importanza per le popolazioni arabe.

Per inquadrare la vicenda dell’incontro della Regina di Saba con Salomone si vedrà come quella saggezza, tanto celebrata, giovava alle classi abbienti e ai regnanti vicini, non a tutto il popolo in generale.

DA DAVID A SALOMONE

Viene detto nel Talmud che David era stato capace di vivere dormendo per terra e mangiando pane e cipolla mentre Salomone era cresciuto fra gli agi del palazzo.

David aveva lasciato un grande regno ed era riuscito a rendere tributari alcuni regni vicini. In particolare, rendendo tributario il Regno di Damasco venne saldamente assicurato il controllo sulle sorgenti del fiume Giordano.  Con la vittoria sul Regno di Edom venne da una parte assicurata la sicurezza del Mar Morto e dall’altra ottenuto l’accesso sul Mar Rosso.

Dopo la ribellione di Absalome e la malattia di David il problema della successione era acuto. Il figlio maggiore Adonia tentò di farsi proclamare re con l’appoggio di personalità importanti quali il Sommo Sacerdote Abjathar e il valoroso generale (e compagno d’armi di David) Joab, di alcuni dei fratelli e parte del popolo di Gerusalemme. Ma all’ultimo momento David designò Salomone, il figlio avuto con Betsabea il cui primo marito era stato l’Hittita Uria, mandato a morire in una missione suicida. Questa designazione ebbe l’appoggio del profeta (di corte) Nathan, del comandante della guardia personale (formata da mercenari filistei e cretesi) Benajahu e del sacerdote provinciale  Zadok. Il re di pace chiamato a costruire il Tempio venne designato in uno scontro tra due partiti.

David non era stato ritenuto idoneo a costruire il Tempio per il tanto sangue versato durante le guerre da lui combattute ma il prescelto Salomone iniziò il proprio regno ordinando al Benajahu (comandante della guardia) di uccidere il valoroso generale Joab e il fratellastro Adonia; non viene ricordato chi altro cadde vittima di questa  epurazione. Il Sommo Sacerdote Abjathar venne esiliato ad Anathot e sostituito da Zadok, non viene detto chi altro venne allontanato da Gerusalemme. Salomone poté quindi affidare gli incarichi più importanti a personaggi del suo “partito” ma che, al pari di lui, non avevano esperienza della lotta dura. Eppure stava iniziando un periodo di lotte fra le superpotenze per la supremazia nella regione.

SALOMONE E I REGNI VICINI; FU VERA PACE?

Si parla dell’alleanza di Salomone con l’Egitto. Una delle sue tante mogli era la figlia del faraone Siamon della 21° dinastia (tanita) che portò in dote la città di confine Ghezer, conquistata dall’Egitto nel precedente conflitto con i Filistei. Era l’unico caso nella storia egiziana che una figlia di faraone venne data in sposa ad un re straniero ed era l’alleanza tra un Egitto al momento debole e Salomone che aveva difficoltà a conservare quanto conquistato da David. A questa sposa Salomone dovette costruire un palazzo dove poteva continuare ad adorare le divinità egizie; quindi fuori della città di Gerusalemme. Una tradizione orale parla pure di una tomba, con una piramide, fatta costruire per questa sposa.

L’alleanza previde pure la presenza di soldati egiziani al confine del nord-est per contrastare attacchi da parte di tribù aramaiche come pure l’appoggio di Salomone all’Egitto nella lotta con gli Ittiti.

Con la successiva, 22°, dinastia l’Egitto divenne il rifugio per tutti gli oppositori della politica di Salomone; questo mutamento dell’atteggiamento egiziano aveva concrete ragioni economiche.

Viene ricordata pure l’alleanza, essenzialmente commerciale, di Salomone con il fenicio Hiram, re di Tiro:

  1. Hiram forniva il legname del Libano necessario per la costruzione del Tempio e dei vari palazzi e inviava artigiani esperti per le varie lavorazioni. In cambio Salomone forniva grandi quantità di grano e olio. Per l’economia del paese ciò costituiva un notevole sforzo e, quindi, un grande sacrificio per il popolo.

2.       Hiram poté far partire navi dal porto di Ezion-Geber – sul Golfo di Eilat – per una o più spedizioni commerciali fino alle coste dell’Africa centrale e, forse, dell’India. Viene detto che le navi tornarono nel tempo di tre anni; non si dice quante furono le spedizioni che potevano aver luogo solo fino a quando Salomone disponeva del porto di Ezion-Geber. I benefici di questo commercio andavano però solo ad una ristretta classe di commercianti, quasi tutti stranieri, e al ceto superiore. Il ceto rurale – la maggioranza del popolo – si impoveriva anche per gli effetti dell’inflazione determinata dalla crescente circolazione di monete auree. 

 

L’alleanza per avviare una rotta marittima sul Mar Rosso verso le coste dell’Africa e dell’India era intesa ad aggirare il commercio carovaniero sia arabo (essenzialmente del Regno di Saba) che egiziano e di aumentare i profitti dei mercanti fenici. Il Regno di Saba e l’Egitto reagirono.

 

LA REAZIONE DEL REGNO DI SABA: LA VISITA DELLA REGINA A GERUSALEMME

Il Regno di Saba si trovava nella parte meridionale della Penisola Arabica (Arabia Felix) al termine del Mar Rosso. Fra i vari regni di quella regione – spesso governati da regine – all’epoca era forse il più grande. Dalla regione dell’Arabia Felix – l’attuale Yemen - si potevano raggiungere abbastanza facilmente le coste dell’Africa e, in particolare, la sponda del Corno d’Africa, l’Etiopia, a sua volta collegata con l’Egitto da una serie di vie carovaniere e dalla Valle del Nilo. Il tentativo di Hiram di Tiro e di Salomone di aggirare queste posizioni veniva a turbare equilibri più o meno consolidati e fonti di reddito per i regni attraversati dalle carovane.

La Regina di Saba decise quindi di recarsi da Salomone per convincerlo a desistere dal tentativo di aggirare il commercio carovaniero con spedizioni marittime. La carovana era carica di ricchi doni – beni di lusso quale oro, aromi e pietre preziose – intesi a convincere Salomone e i suoi cortigiani a preferire ancora commercio carovaniero. Non viene meglio specificato che cosa chiese ed ottenne la Regina di Saba. Non viene detto quali sacrifici vennero addossati al popolo, prevalentemente rurale.

Una tradizione etiopica narra che la Regina di Saba rimase a Gerusalemme per tre anni e che dalla sua unione con Salomone sia nato un figlio divenuto il capostipite, col nome di Menelik I°, della dinastia imperiale dell’Etiopia. E’ ovvio che il Regno di Saba abbia esteso la propria influenza sul Corno d’Africa (Etiopia). Meno verosimile appare la tradizione di una visita di Menelik I°, a Gerusalemme per incontrare Salomone.

LA REAZIONE DELL’EGITTO. IL RE ESULE DELL’EDOM PUO’ RICONQUISTARE L’INDIPENDENZA

E’ noto che David conquistò il Regno di Edom e, quindi, anche l’acceso sul Mar Rosso. Viene pure detto che il re sconfitto Hadad trovò rifugio in Egitto dove il Faraone provvide al suo mantenimento e, gli assegnò casa e terreni. Hadad  poté sposare una cognata del Faraone. Era probabilmente lo stesso Faraone che poi si era alleato con Salomone.

Morì il Faraone e un nuovo Faraone salì sul trono che non aveva alcun legame con Salomone; si era estinta la 21° debole dinastia lasciando il posto alla 22°, più forte e in grado di riunificare il paese ponendo fine alla secessione dell’Alto Egitto dove si era formato un regime teocratico. La 22° dinastia poté quindi cambiare la politica verso i vicini e non era più interessata all’alleanza con un grande Regno di Israele.

La riunificazione dell’Egitto comportava pure la riaffermazione delle vie commerciali carovaniere che lo collegavano all’Etiopia; ne risultava l’esigenza di contrastare efficacemente la via commerciale marittima sul Mar Rosso aperta dall’alleanza di Salomone con Hiram di Tiro. Il Faraone diede quindi licenza all’esule Hadad di partire per riconquistare il Regno di Edom. Salomone perse quindi l’accesso al porto di Ezion-Geber e si trovò in difficoltà con Hiram.

La politica dell’Egitto mirava di nuovo, come sempre, all’indebolimento del Regno di Israele; venne dato rifugio agli oppositori di Salomone. L’alleanza conclusa con la precedente, 21°, dinastia era ormai il ricordo di un’eccezione.

UN NEMICO SUL FRONTE DEL NORD

Come detto, David conquistò la regione di Damasco e assicurò cosi il controllo sulle sorgenti del Giordano, ma l’arameo Rezon era riuscito ad organizzare delle bande. Dopo la morte di David, e di fronte alla debolezza di Salomone, Rezon con i suoi uomini riuscì a riconquistare la regione di Damasco da dove lanciò scorrerie verso la Galilea - la cui popolazione si sentì indifesa - e il Lago di Kinereth.

EFFETTI ECONOMICI E SOCIALI

Per la costruzione del Tempio, del palazzo reale e dei palazzi delle mogli straniere Salomone impiegò in abbondanza legname prezioso e oro da pagare con la fornitura di grandi quantità di grano e olio; lo sforzo per l’economia del regno era quindi notevole non essendo la Terra di Israele mai stato grande coltivatore di grano; è ipotizzabile che ne derivassero problemi nell’approvvigionamento alimentare del popolo.

Per spostare i legni del Libano dal porto di Jaffa fino a Gerusalemme e per i vari lavori vennero decretati turni di lavoro obbligatorio che pesavano prevalentemente sulle tribù del nord e dei proseliti cananei. La tribù di Giuda, la più numerosa, poté limitare fortemente la propria partecipazione ai gravi pesi.

  1. Obbligando coltivatori e allevatori di abbandonare le loro attività per turni di lavoro obbligatorio si determinò una diminuzione della produzione agricola e quindi una scarsità di alimenti; i territori del nord erano i più fertili. A ciò si aggiunse il processo inflazionistico determinato dall’afflusso di crescenti quantità di oro (monete auree). Si arrivò all’impoverimento della popolazione rurale che oltre ai turni di lavoro obbligatorio doveva pure sopportare una pesante tassazione.
  2. Facendo gravare il peso del lavoro obbligatorio prevalentemente sulle tribù del nord e dei proseliti cananei vennero poste le basi della successiva divisione del regno.
  3. Il regno venne diviso in distretti senza riguardo alla struttura delle tribù e una costosa burocrazia  di funzionari doveva sovrintendere ai lavori obbligatori e alla tassazione.

Malgrado tutti gli sforzi imposti alla popolazione Salomone era fortemente indebitato con Hiram, anche perché con la perdita dell’accesso al Mar Rosso – avendo Hadad riconquistato il Regno di Edom - non erano più possibili le spedizioni marittime verso le coste dell’Africa e dell’India e cessarono i relativi proventi. Salomone dovette cedere a Hiram una parte della Galilea per saldare l’enorme debito contratto per lussi che l’economia del regno – popolazione prevalentemente rurale – non poteva sostenere.

Le molte mogli straniere alle quali si dovevano costruire, fuori dalle mura di Gerusalemme, palazzi dove potevano anche adorare le loro divinità d’origine e l’afflusso di artigiani fenici (adoratori di Baal) portò alla diffusione di culti pagani; ciò viene attribuito a debolezza dovuta alla vecchiaia – mentale, non per l’età - di Salomone che trascurava i gravi problemi per dedicarsi all’autocelebrazione, essenzialmente avviando nuove costruzioni di lusso ed enunciando astratti principi di saggezza. Tutto per non guardare la triste realtà del declino del regno.

DUE PROFETI: NATHAN E AHIJA

 Il profeta Nathan – celebrato per il suo coraggio di affrontare David per rimprovero per il suo peccato – fu tra i pochi a consigliare per la successione Salomone, in certo senso frutto proprio di quel peccato, al posto del primogenito Adonia, sostenuto da molti. Ma il consiglio di Nathan era, probabilmente, guidato dall’avversione alla regolare successione monarchica – dal re al figlio primogenito - e si rivelò pessimo.

Infatti, circa tre decenni dopo il profeta Ahija di Scilo, dovette stigmatizzare la diffusione del culto di divinità straniere per cui il regno sarebbe stato diviso in due alla morte di Salomone.

David aveva versato sangue nelle battaglie condotte per creare un regno stabile e sicuro per il popolo e non gli venne consentito di costruire il Tempio. Salomone, a sua volta, iniziò il proprio regno ordinando di uccidere il fratello maggiore e altre personalità; altri vennero esiliati da Gerusalemme. Cosi non ebbe opposizione quando trasformò il Regno di Israele in una casa di schiavitù dove le norme della Torah a tutela di chi lavorava e dei poveri vennero calpestati solo per rendere possibili i lussi del ceto superiore. Queste ingiustizie andavano di pari passo con l’adorazione di divinità pagane il cui culto non prevedeva norme a tutela di chi lavorava e dei poveri.  Ma incurante delle proprie colpe Salomone fece costruire il Tempio con il lavoro di artigiani fenici adoratori di Baal utilizzando materiali lussuosi e imitando, fin troppo, i santuari pagani dei popoli vicini; vengono descritti ornamenti interni ed esterni di dubbia conformità al divieto di farsi immagini per l’adorazione.

Il Tempio costruito da Salomone durò poi circa 370 anni, venne prima depredato e poi distrutto. E’ da ricordare, per confronto, che il Secondo Tempio costruito con molto più semplicità da coloro che erano ritornati dall’esilio babilonese durò circa 580 anni.

GEROBEAMO E ROBOAMO

Gerobeamo era un sovrintendente ai turni di lavoro obbligatorio per la costruzione della città di Milo. Un giorno, fuori delle mura di Gerusalemme, incontrò il profeta Ahija che gli predisse che sarebbe diventato re su dieci tribù perché alla morte di Salomone il regno doveva venire diviso.

Questo sovrintendente ai turni di lavoro guidò le tribù del nord esasperate in una rivolta che venne repressa dalle truppe mercenarie di Salomone. Gerobeamo riuscì fuggire in Egitto dove poté sposare una principessa. Alla morte di Salomone Gerobeamo, come altri oppositori i,rientrò e divenne il portavoce delle tribù del nord che chiesero a Roboamo, figlio di Salomone, un alleggerimento dei gravi pesi.

Roboamo chiese prima consiglio ai “vecchi” che gli suggerirono di alleviare i pesi sulle tribù di Israele; se pure coloro che avevano servito Salomone ritennero gravi i pesi imposti da Salomone vuol dire che le richieste di alleggerimento erano ben giustificate. Ma Roboamo seguì il consiglio dei “giovani”, coloro che erano cresciuti con lui in mezzo ai lussi del palazzo, e minacciò di rendere i pesi ancora più gravosi. Era la divisione del regno.

Roboamo dovette restringersi a regnare solo sulle tribù di Giuda e Beniamino. Gerobamo divenne re sopra la dieci tribù del nord di Israele.