Terezin, il ghetto modello di Eichmann

Insieme al film documentario di Claude Lanzmann “L'ultimo degli ingiusti”, presentato a Cannes e centrato su un'intervista a Benjamin Murmelstein, che aveva guidato sino alla Liberazione il “ghetto modello” di Terezin nell'ex Cecoslovacchia, e che fu l'unico “Jewish elder” (definizione nazista) sopravvissuto, sta arrivando in libreria, con i tipi dell’Editrice La Scuola, una nuova edizione del volume in cui Benjamin offre la sua testimonianza: “Terezin, il ghetto modello di Eichmann”, descrivendo la realtà voluta da Eichmann nel '41 per ingannare il mondo e gli stessi ebrei. Degli oltre 140.000 ebrei internati dai nazisti nella città fortezza (nell’attuale Repubblica Ceca) solo 17.247 ebrei sopravvissero agli stenti, alle malattie e alla deportazione verso Auschwitz. Benjamin Murmelstein si trovò - in quelle circostanze terribili ed eccezionali - a svolgere un ruolo importante nella gestione della comunità dei prigionieri e fu, per questo, oggetto di campagne denigratorie e di accuse di collaborazionismo. Nel suo libro, documento di grande rilievo storico, c’è l’opera di un “testimone mai sentito” convinto che l’essere sopravvissuto debba tradursi in un contributo utile per la difesa dell’umanità, si legge nell’opera che presenta una lunga nuova postfazione di Wolf Murmelstein, figlio di Benjamin. E’ lui a raccontare le lunghe sofferenze del padre negli anni della Shoah, ma pure - e sarà elemento di polemica - in quelli successivi, afferma Wolf in queste pagine. E aggiunge: Il volume e la postfazione riaccendono l’attenzione su una lacuna nella narrazione della storia della Shoah, ma anche su una vicenda da tempo in attesa di definitivi chiarimenti.

TEREZIN
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