DALLA TOLLERANZA ALL’AUTONOMIA E VERSO L’INDIPENDENZA.

 

Nel Tempio riconsacrato si poterono nuovamente accendere le candele del grande candelabro, proprio in coincidenza e contrapposizione dei festeggiamenti pagani per il solstizio d’inverno e segnalando l’inizio del definitivo declino dell’impero seleucide.  Si comprendono meglio gli avvenimenti successivi e in particolare la lotta – sia in battaglia e con la diplomazia – iniziata da Jehuda/Giuda Maccabi e proseguita dai suoi fratelli Jonatan/Gionata prima e Simon poi.

Gli ellenisti con Menelao e Antioco IV° , chenon si erano resi conto del senso della rivoluzione maccabea, tentavano di rientrare in gioco puntando ancora sulle “riforme rituali” introdotte anni prima da Jason.

Dopo la morte di Antioco IV° nell’anno 164 a.E.v., caduto in battaglia contro i Parti, gli succedette il figlio Antioco V°, sotto la tutela del condottiero  Lysias che avrà osservato con allarme le campagne vittoriose ad est del Giordano e in Galilea per aiutare le popolazioni ebraiche viventi in regioni a maggioranza pagana e la conquista della città di Hebron e la distruzione degli idoli pagani ad Ashdod. Quando Jehuda/Giuda ritenne di attaccare la Cittadella di Gerusalemme per scacciare la guarnigione seleucide e gli ellenisti Lysias mosse un attacco che arrivò fino all’assedio di Gerusalemme. Quando sembrava ormai imminente il disastro con la resa dell’armata asmonea Lysias si trovò a dover fronteggiare una ribellione ad Antiochia  e per poter contrastare i rivali dovette trattare una pace concedendo l’autonomia alla Giudea,  indebolendo quindi la posizione degli ellenisti; l’intrigante Menelao venne giustiziato. 

Alla carica di Sommo Sacerdote venne però nominato  Alkimos, che era  ellenista ma moderato col quale molti devoti - che non comprendevano come l’osservanza scrupolosa dei precetti fosse possibile solo con la libertà e l’indipendenza -  in un primo momento credettero di potersi accordare. Jehuda/Giuda, che aveva liberato e riconsacrato il Tempio, venne messo da parte e chi aveva il titolo alla carica di Sommo Sacerdote – il figlio di Onias III° - dovette fuggire in Egitto e costruire a Leontopoli, vicino ad Alessandria d’Egitto il “Tempio di Onias” che funzionò fino all’anno 73 E.v. quando venne chiuso da Vespasiano.

Nell’anno 162 a.E.v. alla corte seleucide si ebbe un complotto e il nuovo re che, non comprendendo la situazione, inviò in Giudea il generale,  Nikanor, che venne però sconfitto da Jehuda/Giuda Maccabeo, che nel  frattempo aveva potuto prendere contatti con la nuova potenza.  Roma strinse un’alleanza con il “popolo ebraico”, rappresentato dal Sommo  Sacerdote, considerando cosi sia il popolo della Giudea che le comunità  ebraiche sparse nel Mediterraneo.

Questo trattato era importante ma non decisivo. Infatti il re seleucida Demetrio I°  reagì inviando il generale Bachides per muovere un attacco contro la Giudea; Jehuda/Giuda Maccabi rimase ucciso in battaglia e a Gerusalemme venne istaurato un regime severo. L’ellenista Alkimos credette di poter finalmente esercitare le funzioni di Sommo Sacerdote secondo i propri criteri ma morì nell’anno 160 a.E.v.  quando anche Bachides si era reso conto di non poter sottomettere  la Giudea e concluse una pace con Jonathan/Gionata Maccabeo, che aveva assunto la guida della lotta.

Secondo Giuseppe Flavio dall’anno 160 all’anno 152 a.E.v. per la carica di Sommo Sacerdote era “sede vacante”; non ci sono notizie precise sugli sforzi di Jonathan/Gionata per prepararsi alle lotte future per cogliere le opportunità che si presentarono negli anni 153 e 152 a.E.v. quando per Roma si profilava il terzo e decisivo conflitto con Cartagine (che poteva contare perlomeno sulle simpatie delle città fenice che erano sotto il dominio seleucida) e una nuova guerra con ciò che ancora restava del Regno di Macedonia.

A Demetrio I°, considerato non affidabile, viene quindi contrapposto Alessandro Ballas, presunto figlio naturale di Antioco IV°.  In questo contesto Jonathan/Gionata ottenne da Demetrio I° la possibilità di rientrare a Gerusalemme, la liberazione degli ostaggi e il ritiro di quasi tutte le guarnigioni seleucide dalla Giudea e alleandosi successivamente proprio  con  Alessandro Ballas venne prima nominato “amico del re” e Sommo Sacerdote e poi  governatore civile e comandante militare. Jonathan/Gionata potè quindi conquistare le città costiere di Giaffa, Ashdod, Askalon e Ekron  -i pellegrini non erano più esposti a popolazioni ostili - e aprire una nuova via commerciale con benefici effetti economici.  

Dal  nuovo fantoccio di Roma, Demetrio II°, Jonathan/Gionata ottenne concessioni in materia di tassazioni e il riconoscimento formale del possesso della Samaria, di fatto già occupata;  Giudea ormai si estendeva  dal Giordano fino al mare.

A circa 21 anni dall’inizio della lotta – nell’anno 146 a.E.v. – in Giudea si era liberi, anche formalmente, di osservare e insegnare la Torah e chi presentava un sacrificio nel Tempio non doveva più pagare una tassa al re pagano.

Jonathan/Gionata venne assassinato a tradimento nell’anno 143 a.E.v. per ordine del generale seleucida Trypho che lo aveva attirato in un tranello.

La guida della lotta passò quindi all’ultimo dei fratelli, Simone, che in precedenza era già stato nominato stratega/comandante militare della zona costiera, da Tiro fino al confine con l’Egitto. Simone ottenne un decreto reale che riconobbe alla Giudea la quasi Indipendenza già ottenuta e la completa esenzione fiscale. La cittadella di Gerusalemme venne finalmente liberata.

Nell’anno 140 a.E.v. l’Assemblea Popolare di Gerusalemme confermò a Simone le dignità ereditarie di Principe/Etnarca, Sommo Sacerdote e Condottiero.  Come condottiero Simone riuscì a contrastare i tentativi del nuovo re Antioco VII° di sottomettere nuovamente la Giudea imponendo  di nuovo tributi e la restituzione della città portuale di Giaffa e di alcune fortezze. Simone venne però assassinato nell’anno 135 a.E.v. in un complotto ordito dal genero al quale era riuscito a scampare solo Jochanan/Giovanni Hircanos che, dopo aver sventato le mire del cognato traditore dovette fronteggiare una nuova offensiva del re Antioco VII°  e un duro assedio di Gerusalemme.Alla fine venne imposto il pagamento di gravosi tributi, la consegna di ostaggi e di armi e la riduzione delle mura di Gerusalemme; si riuscì però ad evitare un nuovo presidio seleucida nella cittadella.

 Nell’anno 130 a.E.v. Antioco VII° era riuscito a riconquistare la Media e la Mesopotamia e si illuse quindi di poter ristabilire l’antico impero seleucida  ma venne sconfitto dai Parti in una terribile battaglia nell’anno 129 a.E.v. e Jochanan/Giovanni Hircanos I°  poté finalmente proclamare l’indipendenza.

 

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